La Casa dei sette gatti
di Paolo Paron

Il libro "la casa dei sette gatti" è prima di tutto uno strumento per trasmettere i tanti racconti che i nostri vecchi ci hanno lasciato.
Sono racconti che descrivono la vita rurale, la sua durezza, le sue gioie, ma anche la sua fantasia, la sua sensibilità, la sua attenzione per il magico ed il divino.
Nella quasi totalità delle narrazioni traspare poi un simbolo, un significato, un insegnamento che era rivolto alle giovani generazioni, ma che serviva anche agli anziani per ricordare le regole, i comandamenti, i dettami della vita comune.
Non mancava, nella vita contadina di un secolo fa, neppure la contrapposizione fra il bene ed il male; e se da una parte si schieravano streghe stregoni, male erbe, male hore, cattivi sguardi e perfidi pensieri, dall'altra c'erano le guaritrici, i guaritori, i benandanti che nelle notti delle quattro tempora uscivano dal proprio corpo per combattere contro la cattiveria del mondo.
Culti agrari, riti sciamanici, ancestrali retaggi di genti passate su queste terre, forse un po' di tutto questo . . . e non solo.
Di tutto ciò ho voluto parlare in questo libro, senza traviare nulla delle storie che i nostri vecchi mi hanno raccontato, facendo chiari accenni al succo ed al senso delle prove documentali relative all'esistenza ed all'attività dei benandanti, ma cercando di rendere il tutto leggibile, accattivante, piacevole. Queste pagine vogliono essere un viaggio nelle tradizioni del Friuli e dell'Europa, per riavvicinarci a quelle radici che (come diceva J. R.R. Tolkien) non devono mai gelare e, sempre per citare il grande professore di Oxford, per parlare di fulmini e saette in una civiltà che ormai sa guardare solo alla luce delle lampadine elettriche.